Ogni tanto mi piace scrivere di amore e di relazioni. Non ne faccio un obiettivo da perseguire a tutti i costi, solo perché c'è qualcosa dentro di me che mi dice di non farlo.
E forse riesco anche a capire questa vocina. Forse ciò che devo fare è raccontare d'amore, di relazioni e di vita sentimentale attraverso le storie che creo.
Ad ogni modo, oggi mi sono venute in mente un paio di cose che vorrei condividere con voi.
Ormai sono sposata da parecchi anni, ho famiglia e un compagno fisso da più di tredici anni. Che secondo me è già un bellissimo traguardo personale.
Se mi guardo indietro, penso a quanti errori ho dovuto fare per arrivare a dove sono oggi, per poter vivere la vita che vivo e per poter amare come posso ora.
Se mi guardo indietro, penso a quanti ostacoli ho superato, quante lacrime cadute, quanti "perché" rimasti senza una risposta.
E forse è proprio grazie a queste risposte non pervenute che ho imparato ad ascoltare maggiormente quella voce che mi dice che strada intraprendere. Anche in amore e in generale nelle relazioni.
Mi sono sempre detta che se sento qualcosa "stridere", anche in minuscola parte, allora quella cosa non fa per me.
A volte penso anche a quanto io sia stata stupida e molto, troppo ingenua e a volte un po' sprovveduta, per aver fatto alcune scelte che ho fatto. Anche per le amicizie, intendiamoci.
Ogni tanto mi dimentico che ogni persona che passa dalla nostra vita ha - a suo modo - il compito di insegnarci qualcosa: qualcosa di come funzionano le persone, o qualcosa del mondo, ma soprattutto qualcosa che riguarda noi stessi, cosa possiamo accettare, cosa no, e il rispetto per noi stessi. Che è uno degli aspetti più importanti quando si parla di relazioni.
Quante volte ho gettato il mio tempo e la mia energia perché pensavo di essere fondamentale nella vita di qualcuno, perché pensavo che se mi impegnavo al mio massimo, potevo aiutare una persona in una data situazione.
Poi ti scontri con chi ha solo voglia di piangersi addosso, con chi non cambierebbe neanche un capello di ciò che è e inizi a sentirti quasi frustrato, perché non riesci a fare nulla per questa persona.
E poi, un giorno, magicamente, ti accorgi che quel voler aiutare rispecchiava l'aiuto di cui avevi bisogno tu, o del quale avresti avuto bisogno in una determinata situazione, dell'ascolto che ti sarebbe spettato di diritto, ma che nessuno ha saputo darti.
E ti accorgi anche che non è più il momento di voler salvare il mondo a tutti i costi, che puoi sempre dare una mano senza annientarti e che soprattutto non devi per forza fare qualcosa per sentirti accettato dagli altri.
Gli altri ti accettano per come sei, con tutte le tue nuances, anche quelle scomode che a volte non ammettiamo neanche a noi stessi.
Così, molli la presa, ti lasci andare nel flusso e ti godi ogni momento di ogni nuova conoscenza o amicizia perché - nel bene e nel male - non sai mai ciò che c'è dietro l'angolo.
Elisa Maiorano Driussi
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