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Esperienza SUP in vacanza al mare: il racconto della mia avventura in equilibrio

  • Immagine del redattore: Elisa Maiorano-Driussi
    Elisa Maiorano-Driussi
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 31 lug


donna pratica SUP con pagaia tra onde leggere

Esperienza SUP in Vacanza al Mare: Equilibrio & Libertà


Durante le ultime vacanze al mare ho fatto qualcosa che desideravo da tempo e che voglio condividere con voi.

Non ho né foto né video – un piccolo dispiacere per la social‑media manager in me, ma un vero sollievo, invece, per l'insegnante di yoga e meditazione e per la scrittrice consapevole che sono... e per chi cerca esperienza SUP al mare senza vincoli digitali.



Perché scegliere il SUP in vacanza


Ero in una località italiana molto nota, ma non troppo affollata, perfetta per le famiglie con bambini piccoli. Per un’oretta ho affidato mio figlio a mio marito, ho preso in prestito una tavola da Stand Up Paddle (SUP) e la mia curiosità, e mi sono spinta a circa trecento metri dalla riva.



Il mio racconto di SUP: passo passo


Al banco noleggio il signore mi chiede: «È la prima volta?».

«Ho fatto kayak anni fa», rispondo. Dentro di me, mi dico che oltre a essere più giovane, avevo anche quasi venti chili in meno.

«Allora non provi subito a stare in piedi», mi avverte. Saggio consiglio, perché la tavola non era gonfiabile, ma un robusto blocco di legno e plastica.

Mi aiutano a entrare in acqua, fisso il leash alla caviglia e do il primo colpo di pagaia per uscire dalle onde leggere che si infrangono sulla spiaggia. Il mare è calmo, le onde dolci e perfette anche per una principiante come me: mi sento subito a mio agio.

Pagaiando ancora, provo qualche manovra per capire come si comporta la tavola tra le onde. A volte il vento spinge più forte, ma in generale è molto maneggevole.

Sperimentando varie posizioni: seduta con le gambe immerse, poi distese come in kayak, in ginocchio accovacciata e persino sulle ginocchia eretta — ogni colpo di pagaia diventa un mantra, ogni piccola oscillazione una lezione di equilibrio.

Come insegnante di yoga, osservo sempre con piacere, stupore e curiosità come si comporta il mio corpo in situazioni nuove (soprattutto dopo aver "guadagnato" un nuovo corpo dopo la gravidanza, e dopo un cesareo).




Sicurezza e consigli pratici


Non mi sono messa in piedi – senza giubbotto di salvataggio e con bagnanti vicini, era più sicuro evitare acrobazie. Se siete principianti, vi consiglio:


  • Usare sempre il leash alla caviglia (il cavo arrotolato su sé stesso - come quello dei vecchi telefoni, se siete della mia generazione o più vecchi - che impedisce che la tavola se ne vada per conto suo se cadi in acqua);


  • Indossare il giubbotto di salvataggio, soprattutto alla prima uscita, anche se siete buoni nuotatori come la sottoscritta;


  • Preferire una tavola gonfiabile se siete timorosi di cadute (e se avete paura che la tavola vi finisca in testa, qualora cadeste in acqua)



Conclusioni: il vero scatto da condividere


Ho ascoltato l’acqua che scrosciava contro la tavola, ho respirato l’aria salmastra, osservato il blu del cielo. Ho chiuso gli occhi per qualche istante, meditato in mezzo al mare e mi sono concessa un momento di pura consapevolezza.

Per qualche minuto ho vissuto una libertà interiore autentica: calma, unione con gli elementi, distacco dal frastuono quotidiano.

Quando sono tornata a riva, ho realizzato che il vero ricordo non è un’immagine da condividere, ma quel frammento di tempo in cui tecnologia e stress restano sulla battigia.




PS: quella nella foto, evidentemente, non sono io. Chissà che per le prossime estati, però, io non continui a fare esperienza con questo oggetto, il SUP, che unisce il mare al corpo e, nel mio caso, anche allo spirito.




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